Con particolare riferimento al non voto.
Premessa
Lungi dall’assumere qui un atteggiamento scientifico ci preme subito chiarire che questo studio si colloca nell’area della narrazione storica di eventi massimamente certificati dal sito Eligendo del Ministero degli Interni e da esperienza diretta e indiretta dello scrivente. L’analisi dei numeri, poi, è ricondotta ad alcune sollecitazioni e ragionamenti certamente opinabili, seppur tuttavia ascrivibili all’area dell’oggettività: sempre numeri sono!
In linea generale il voto dei villapianesi è riconducibile alle tendenze nazionali, anche se alcune particolarità sono certamente riscontrabili. Diciamo che in piccolo il dato di Villapiana ben rappresenta il dato nazionale, con qualche eccezione.
Un po’ di storia
Alle elezioni per l’Assemblea Costituente del 1946 i Villapianesi ci andarono quasi tutti. Gli aventi diritto erano 1.333[1] e i Votanti risultarono 1.219 (91,45%), le schede non valide 59[2]. In quanti non espressero una propria scelta furono quindi 173 (13%), portando la percentuale dei Votanti netti a 87% (1.160). I risultati dei principali partiti furono i seguenti:
Le elezioni del 92, 94 e 96 coincidono con l’inizio della “seconda Repubblica” (o meglio del bipolarismo) e contemporaneamente con l’allontanamento dal voto da parte degli italiani e dei villapianesi (percentuale e numeri assoluti).
Dal punto di vista politico – nello stesso arco temporale – il partito della Democrazia Cristiana ha avuto un ruolo egemone che potremmo anche definire in termini culturali. Dopo l’exploit del 46/48 (88,10% e 83,46%) le percentuali raccolte dalla DC sono sempre state elevate e sopra il 40% (in alcuni casi sopra il 50%[3]). Il secondo partito è sempre stato il Partito Socialista Italiano con percentuali superiori a quelle del Partito Comunista Italiano (tranne che nel 1976, quando le parti si ribaltano[4]). Ad ogni modo la somma dei voti raccolti dai due principali partiti di sinistra non ha mai superato le percentuali della DC, tranne che nell’ultimissimo periodo[5].
Le Culture politiche villapianesi.
Come accennato, possiamo asserire che le due principali culture politiche villapianesi affermatisi nel dopoguerra sono quella cattolica rappresentata in maniera egemone dalla Democrazia Cristiana, e quella operaia concentrata sui due partiti maggiori PSI e PCI con prevalenza socialista[6]. Significativa anche la presenza del PSDI, anche se con numeri più bassi. Solo nell’ultimissimo periodo i due partiti della sinistra hanno superato la DC. Tuttavia negli anni ‘60 e la prima metà dei ’70, alle comunali la sinistra è riuscita a portare un socialista alla guida del paese[7]. L’egemonia democristiana come fatto culturale è una questione sulla quale la sinistra ha dovuto continuamente misurarsi: vincere le elezioni comunali – anche quando è successo – non è mai stata una partita facile in questo contesto di riferimento.
Il periodo della seconda Repubblica.
Con le elezioni politiche del 94 e del 96 abbiamo – anche a Villapiana – la rottura del vecchio schema, ma anche la conferma della situazione di minoranza della sinistra. Di seguito i risultati – in percentuale - dei maggiori partiti:
Come evidenziato dai grafici sopra (1 e 2), inizia in questo periodo l’aumento degli aventi diritto al voto che scelgono di non agire tale diritto: 1994 = 1378 (37,23%); 1996 = 1562 (40,79%).
Il voto alle Regionali e alle Europee.
Il dato dell’astensione delle Europee e delle Regionali è in linea con il dato delle politiche. Da notare che le prime Regionali sono del 1970 e le prime Europee del 1979. Il dato politico segue anch’esso le tendenze nazionali, e nel caso delle Regionali, quelle locali. La frantumazione del vecchio schema politico (“prima repubblica”), ovviamente trova riscontro anche in queste categorie elettorali; difficile quindi fare confronti tra il “prima” e il “dopo”.
Tuttavia, possiamo asserire, con un certo grado di sicurezza che l’egemonia politico-culturale della Democrazia Cristiana si “sposta” negli anni recenti del bipolarismo, nel campo del Centro-Destra moderno (Forza Italia e Alleanza Nazionale). Mentre il Centro-Sinistra raccoglie l’eredità del Partito Comunista e della Sinistra Cattolico-Sociale (PDS-DS-PD). Resiste una piccola area di Sinistra (RC, SL). Come nel resto d’Italia penta sempre più difficile inpiduare culture politiche coerenti e costanti nel tempo.
Di seguito i grafici 3 e 4 illustrano i risultati delle prime regionali e delle prime europee:
Mentre il Grafico 5 illustra i risultati delle ultime europee con le “nuove” formazioni politiche. Le europee consentono di visualizzare i valori dei singoli partiti essendo elezioni proporzionali per eccellenza.
Grafico 5
Il grafico 6 illustra l’astensione delle europee, mentre il grafico 7 quella delle regionali. Come si vede la flessione coincide con le elezioni dei primi anni 90. Le ultime europee sono “agganciate” alle comunali (o viceversa) e questo porta ad un’affluenza maggiore, che tuttavia non si riflette nell’espressione del voto; in realtà il numero dei voti non espressi (astensione + bianche e nulle) è molto alto: 2004 = 1645; 2009 = 1679; 2014 =1624; 2019 =1598.
I Referendum.
Le tornate referendarie hanno seguito gli andamenti nazionali, sia in termini di partecipazione che di esito, anche se, fosse stato per i villapianesi oggi avremmo come capo dello Stato Emanuele Filiberto di Savoia e non si potrebbe porziare; ma sarebbe legale l’interruzione di gravidanza e non avremmo centrali nucleari sul territorio nazionale. Analogamente non sarebbe passata la riforma costituzionale Renzi-Boschi.
Tabella 2
Le elezioni comunali del dopoguerra.
Tabella 3
La Tabella 3 rendiconta sui mandati di “direzione” comunale dal 1900 in avanti[11]. Si evidenzia come il periodo più instabile sia per paradosso quello del fascismo i mandati duravano mediamente 1,7 anni con la nomina di ben 6 Commissari Prefettizi.
Approcciamoci, ora a periodi più vicini e più documentati.
Il Ministero dell’Interno non ha ancora caricato i dati relativi alle elezioni comunali di questo periodo[12], anche perché il sistema elettorale era perso e più complicato. I candidati erano inquadrati in liste dove era previsto un capolista e non un candidato a sindaco direttamente. Inoltre si potevano votare candidati da liste perse, componendo un proprio Consiglio Comunale. Sicuramente esistono dati certi, ma non sono nella nostra immediata disponibilità, e assumiamo quindi di non prenderli in considerazione per questa analisi; anche perché non sarebbero omogenei con il periodo successivo, quello qui analizzato in dettaglio, con la nuova legge elettorale. Ad ogni modo, in tabella sono elencati gli esiti delle elezioni comunali attraverso l’indicazione del capolista eletto sindaco:
Tabella 4
Le elezioni del 1980 furono contestate con ricorsi e ribaltamenti della vittoria nei conteggi, ma alla fine fu decretata la vittoria della lista guidata da Paolo Montalti[13]. In questo periodo, nell’area del centro-sinistra, si è consolidata l’opinione che nel 1980 e nel 1985 la vittoria fu determinata dalla compresenza di 2 liste di sinistra, che nei fatti agevolò l’unica lista di centro destra. Infatti, le elezioni del 1990 (ultime del vecchio sistema elettorale) furono vinte da una ampia coalizione civica di centro- sinistra guidata da Gianni Mazzei[14]. Quest’ultimo esito ha generato l’idea che una lista unitaria a sinistra ha più possibilità di vincere. Ma, come vedremo, questo è vero anche per il centro-destra. Gli eventuali dati precisi degli esiti ci consentirebbero di approfondire l’analisi anche dal punto di vista che oggi ci sembra più interessante, ossia il “peso” della scelta del non-voto.
Comparazione delle ultime sei tornate elettorali (politiche, regionali e comunali) con attenzione alle dinamiche del non voto.
Abbiamo considerato le principali tornate elettorali, ossia le politiche nazionali, le regionali calabresi e le comunali di Villapiana; ovviamente le date tra le tre tipologie elettorali non coincidono; tuttavia si può certamente registrare una tendenza sul non voto che è in linea con quella nazionale: si vota sempre meno. I dati sono certi, in quanto la fonte è il sito del Ministero dell’Interno.
Specifiche delle colonne delle Tabelle generali:
- Elettori: è il numero di cittadini aventi diritto di voto, ossia iscritti nei registri elettorali del comune;
- Votanti: è il numero di cittadini che si sono recati a votare;
- %: è la percentuale dei voti espressi sul numero di elettori;
- Bianche: è il numero di schede bianche scrutinate;
- Non valide: è il numero di schede non valide (comprese le bianche) scrutinate; per ottenere il numero di “nulle” scrutinate basta sottrarre le bianche;
- Votanti netti: è il numero dei votanti tolte le schede non valide;
- % vot. Netti: è la percentuale dei voti “validi” sul numero degli elettori;
- No voto numero: è il numero dei cittadini che non ha espresso un voto: astenuti + bianche + nulle.
Tabella 5
Tabella 6
Tabella 7
Grafici 8 e 9
Considerazioni
Alle Comunali si vota certamente di più che alle politiche ed alle regionali, e la differenza (il delta) è in progressiva crescita. Politiche e regionali registrano un allontanamento dal voto al di sopra del 50% e 60%. I dati sono in linea con la tendenza nazionale, e sono preoccupanti per motivi che non indagheremo qui ed ora.
Dettaglio comunali, con elezione diretta del sindaco.
I risultati presi in considerazione sono quelli dei candidati a sindaco (elezione diretta). Si specifica che dai dati del ministero dell’interno c’è assoluta coincidenza tra voto al candidato sindaco e voto alla lista collegata.
Tabella 8
Tabella 9
La prima colonna descrive numericamente il delta (differenza) tra 1° e 2°; la seconda colonna descrive numericamente la somma del risultato di eventuali altri candidati; la terza colonna riprende il dato del non voto della tabella Elezioni Comunali.
Grafico 10
Il Grafico 10 evidenzia come la linea del Delta (differenza di risultato tra primo e secondo candidato) incrocia la linea di risultato di eventuali altri candidati: questo fa ritenere che gli eventuali altri candidati sottraggano voti al secondo arrivato; è vero in alcuni casi ma non in assoluto: l’analisi necessita di essere approfondita. Più rilevante invece – perché più ampia – è la misura della linea del non voto.
Considerazioni
Il numero dei non votanti – anche alle comunali – è tendenzialmente in crescita, come evidenzia il grafico: alle ultime del 2019 erano 1.336 (29%).
Alcune domande che non hanno una risposta immediata, ma che possono dare spunti di riflessione:
- Perché questi cittadini non votano?
- Chi sono tipologicamente?
- In quale categoria sociale possono essere inquadrati?
- In ultima analisi quali sono le motivazioni del non-voto?
- Anche considerando le perse tipologie di elezioni?
Infatti il dato delle politiche (2.362) e delle regionali (2.936) è di gran lunga superiore. Il dato dei voti non validi (aventi diritto che si sono recati ai seggi e che non hanno espresso un voto), 2019 = 85, in realtà è poco significativo, quasi fisiologico.
Tabella 10
La Tabella 10 rendiconta le ultime 6 elezioni comunali in raffronto con il peso del non voto (tra i 20 e i 30 punti percentuali) tendenzialmente in crescita.
I grafici (11 e 12) a “torta”, relativi alle Comunali del 2014 e del 2019, evidenziano visivamente il “peso” delle singole scelte di voto, e di non-voto: ovviamente è fuori discussione l’esito, ma qualche riflessione va fatta sul peso del non voto.
Inoltre:
- In linea generale la presenza di più liste in un campo agevola la vittoria dell’altro campo: centro-sinistra vs centro-destra e vice versa.
- La presenza di sole due liste (2004) produce una situazione di “quasi” equilibrio; chi vince, vince per pochi voti. Questo non accadeva negli anni 60 e 70.
- Come è evidenziato nel grafico, la presenza di altre liste in generale “viaggia” con il dato della differenza tra prima e seconda lista classificata.
Questa è l’analisi sui numeri, i quali torchiati a dovere possono dire qualsiasi cosa, ma possono portare a riflessioni su cosa fare, in particolar modo sul come sollecitare la partecipazione dei cittadini alla vita sociale e politica della comunità villapianese. La discussione è quindi aperta.
Conclusioni parziali e aperte
Abbiamo tentato di mettere insieme dei dati certi (per la massima parte) per poter affrontare dei ragionamenti e delle riflessioni sulle motivazioni delle scelte politiche dei villapianesi, preoccupati per il dato dell’astensione. Il dato – è vero – è di tendenza nazionale; tuttavia qui vorremmo poterlo affrontare in una prospettiva dinamica e attiva di coinvolgimento dei cittadini, al di là quindi delle loro scelte “politiche”. Ci interessa il loro grado di interesse nella cosa pubblica. Da questo punto di vista questo lavoro è solo all’inizio.
In linea generale risulterebbero utili e oltremodo interessanti ulteriori approfondimenti su:
- Periodo post-unitario: dal 1860 e a partire dal cambio di nome da Casalnuovo a Villapiana (delibera del 8 novembre 1862 del Consiglio Comunale – Sindaco Francesco Gentile);
- Periodo fascista: come mai tanti Commissari Prefettizi? Episodi di dissenso nei confronti del Regime?
- Periodo fino al 1960: egemonia cattolica, lotte operaie, “muratura del Municipio”, vittoria dei socialisti.
È anche auspicabile una riflessione sulla evoluzione delle “nuove” culture politiche negli anni futuri, in direzione dell’interesse dei cittadini:
- Quale il loro coinvolgimento;
- Con quali forme aggregative;
- In quali luoghi.
È probabile che abbiamo involontariamente trattato qualche argomento non con la necessaria attenzione per esigenza di sintesi di questo studio. Ci dispiace e ci scusiamo; saremo più attenti in futuro. Intanto restiamo assolutamente disponibili a ricevere correzioni, integrazioni, consigli, suggerimenti e riflessioni. Se pertinenti le pubblicheremo qui.
A chi si sta predisponendo per candidarsi alle prossime elezioni comunali l’Associazione Villapiana Borgo Attivo (Ets) augura buon lavoro, con l’auspicio che si possa progressivamente coinvolgere i cittadini nella partecipazione attiva della gestione del bene comune. Ai Villapianesi, Buon Voto.
11 aprile 2024 - Antonio Bria
Appendice
a) Elenco Sindaci di Villapiana dal 1900 [15]
b) Risultati elettorali elezioni comunali di Villapiana con elezione diretta del Sindaco. [17]
Comunali 23/04/1995
Comunali 13/06/1999
Comunali 12/06/2004
Comunali 07/06/2009
Comunali 25/05/2014
Comunali 26/05/2019
Note a pie di pagina
1 Per la prima volta in Italia hanno diritto di voto anche le donne.
2 Delle quali 11 bianche.
3 1958 = 56,13%; 1963= 53,61%.
4 PCI = 21,00%; PSI = 14,96%.
5 1987: PSI + PCI = 41,88%; DC = 38,86%. 1992: PSI + PDS = 45,77%; DC = 40,70%.
6 Solo negli ultimi anni 70 si è aggiunta a queste forze una presenza di movimento giovanile nell’area extra-parlamentare del PdUP prima e Democrazia Proletaria poi, raggiungendo alle elezioni qualche decina di voti.
7 Il maestro elementare Domenico Bianculli.
8 Proposta abrogativa presentata dal Partito Radicale (Marco Pannella, Emma Bonino).
9 Proposta abrogativa presentata dal Movimento per la Vita.
10 In realtà i CP sono 2: infatti nel 1980 è stato nominato un commissario prefettizio per un brevissimo periodo per la gestione del contenzioso nel riconteggio delle schede elettorali.
11 Si veda l’Appendice a).
12 In realtà non siamo in grado di dire se saranno mai pubblicati, o se al Ministero ci si stia lavorando. Per il periodo del dopo guerra e fino al 1960 si veda l’Appendice a) Elenco dei Sindaci di Villapiana dal 1900 (Francesco Pizzulli).
13 Per un brevissimo periodo fu nominato anche un Commissario Prefettizio, in attesa della sentenza del Consiglio di Stato.
14 In seguito a un cambio di maggioranza il Consiglio Comunale il 16/04/1992 elegge Sindaco Luigi Bria che resta in carica fino a fine consiliatura (23/04/1995).
15 Elenco pubblicato da Francesco Pizzulli sul suo profilo Facebook.
16 Sono previste le elezioni per l’8 e 9 giugno prossimi in concomitanza con le elezioni europee. Riga aggiunta dallo scrivente.
17 Fonte Eligendo – Ministero degli Interni.